IL PERSONAGGIO
26 settembre 2018 - 07:41
Sabrina e le tagliatelle brevettate
Ecco la pasta che si cuoce da sola
Il prodotto in vendita a Lodi. La ricetta: sugo caldo e pronte in due minuti
Seleziona grani antichi, sperimenta farine, incrocia e crea nuove varietà: di Sabrina Nazzari si può dire che è una che ha «le mani in pasta». Letteralmente. Pastaia da almeno due generazioni, la 52enne Sabrina ama giocare con la farina. Al punto di aver inventato l’unica pasta italiana che si cuoce da sola. O che si può mangiare cruda, secondo i punti di vista. Una creazione che porta il suo nome («Sabrina»), viene prodotta nel piccolo laboratorio di Casaletto Lodigiano in due tipologie (lasagne e tagliatelle) e che da un anno è anche coperta e protetta da brevetto. Basta aggiungere il condimento — ragù, ratatouille o sugo al pomodoro e basilico che sia — e le tagliatelle si cuociono da sole in meno di due minuti
Una pastasciutta che può fare la gioia di chi non ha voglia di perder troppo tempo a spadellare o di chi desidera prepararsi un piatto veloce. Il segreto è nel grano. «È un tipo di pasta biologica — rivela Sabrina Nazzari — che si ottiene facendo germogliare i chicchi di grano purificati ad atmosfere modificate, a una temperatura fra i 35 e i 37 gradi centigradi. Basta ammollarla in acqua pochi secondi perché si “riprenda” subito. Con un sugo caldo la pastasciutta può essere pronta in un paio di minuti, ma è meglio che il condimento non superi i 37 gradi perché la pasta non perda le sue proprietà».
L’idea è nata qualche anno fa quando un’amica della Nazzari, conoscendo la sua passione per la sperimentazione, le ha proposto un nuovo tipo di grano uscito dal laboratorio di un biologo che ha creato dei macchinari ad atmosfere modificate per lavorare il grano a basse temperature. «Mi ha sfidato: forse questo tipo di grano non lo sai trattare nemmeno tu», ride la Nazzari. Invece, esperimento dopo esperimento, è riuscita a dare alla luce un tipo di pastasciutta che a oggi è unica in Italia e probabilmente nel mondo. Tre anni fa all’Expo milanese ha presentato la sua prima varietà. E l’anno scorso ha depositato il brevetto. Per ora la «Pasta Sabrina» è un prodotto di nicchia esclusivamente lodigiano. Viene prodotta alla «Gallina Felice» di Casaletto Lodigiano, un’ex posteria dell’800 trasformata in locale che per cinque giorni alla settimana è il laboratorio in cui la Nazzari si dedica alla sue creazioni (oltre alla «pasta che si cuoce da sola»); varie paste fresche fatte senza uova e trattando grani antichi come l’Arso pugliese o la siciliana Tumigna. Nel weekend diventa ristorante e i primi piatti, manco a dirlo, sono tortiglioni, spaghetti e ravioli inventati dalla creativa pastaia.
Compresa la pastasciutta che si cuoce da sola, che ha stimolato curiosità fra i clienti e non solo. Un gruppo di ricercatori infatti sembra intenzionato ad aprire una startup a Londra con un laboratorio per sperimentare le invenzioni gastronomiche della Nazzari. «Amo tenere le mani nella pasta — racconta —, tutto ciò che ho imparato me l’hanno tramandato mia mamma e mia nonna sul campo». Nel tempo libero insegna ai giovani aspiranti pastai e viene chiamata agli eventi di showcooking. In attesa delle prossime invenzioni
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